Monumento Morgagni – Tullo Morgagni, giornalista

Di Paola Redemagni

Era il 2 agosto 1919. L’aereo era maestoso: un triplano Caproni dalle ali lunghe quasi trenta metri, bello ed elegante, che poteva contare su tre motori da centinaia di cavalli. Quel giorno a bordo si contavano tredici passeggeri. Molti erano giornalisti che seguivano il tentativo di ottenere il record di velocità sulla tratta Milano-Venezia e ritorno.

I due piloti Luigi Ridolfi e Marco Resnati si erano distinti in azioni di guerra e Ridolfi si era guadagnato ben tre medaglie al valore e aveva collezionato oltre 6000 km di volo.

Partito dall’aerodromo di Milano Taliedo alle 7.35 del mattino, il velivolo era atterrato felicemente a Venezia alle 9.22, dopo un volo che aveva toccato i 130 km orari. Ripartito nel pomeriggio per il ritorno, stava sorvolando Verona quando da terra videro le ali staccarsi. L’aereo precipitò, schiantandosi nei pressi di Porta Palio. Non ci furono superstiti.

Oltre ai piloti, persero la vita i giornalisti milanesi Tancredi Zanghieri del Secolo, Oreste Cipriani del Corriere della Sera, Mario Bruni della Sera, Giannetto Bisi de Il Mondo e Tullio Morgagni, direttore de Il Secolo illustrato. Giornalista sportivo, grande appassionato di aeronautica e di ciclismo, Tullo Morgagni era stato fra gli ideatori del Giro ciclistico di Lombardia (1905), della Milano-Sanremo (1907) e nel 1909 anche del Giro d’Italia.

Dopo essere state composte presso il cimitero di Verona (Verona, Cimitero Monumentale), le vittime vengono trasferite in treno a Milano, dove viene allestita una camera ardente presso la Stazione Centrale.

I funerali si svolgono il 5 agosto e coinvolgono l’intera città: partecipano  il sindaco Emilio Caldara e una folla di personalità, parenti, amici, colleghi, giornalisti, semplici curiosi. Persino Gabriele D’Annunzio invia un telegramma. In segno di omaggio, numerosi velivoli sorvolano più volte il corteo funebre.

Le salme partono poi per destinazioni differenti: Tullo Morgagni viene portato al Cimitero Monumentale (Il Cimitero Monumentale di Milano), dove viene cremato (Tempio Crematorio e Giardini Cinerari) e deposto in una tomba suntuosa, una delle più famose e imponenti del cimitero. Posta nel terzo arcone del terrazzo BC di Ponente, viene ideata e realizzata dall’architetto fiorentino Enzo Bifoli nel 1921 e successivamente modificata nel 1930, arricchendone la parte scultorea e aggiungendo la citazione di Mussolini.

(Milano, Cimitero Monumentale. Tomba Morgagni, particolare. Foto dell’autore)

Il tema è quello della fiamma vitale (Splenda ad essi luce perpetua). Sul fondo dell’arcone interamente ricoperto da un mosaico azzurro e blu, che disegna arcate stilizzate che riprendono e amplificano il ritmo del monumento, si stagliano sei fanciulle in marmo di Carrara, ritratte nella stessa identica posa plastica, nude, appena velate da un velo che ricopre loro il capo, vestali del rito del fuoco, che sembrano quasi respirare… Il forte ritmo ascendente del complesso è ritmato dalle figure femminili e dai volumi dei basamenti, alcuni dei quali recano i nomi dei famigliari e le loro date di nascita e di morte. Conducono lo sguardo verso il culmine del monumento: un’articolata stele centrale modulata da motivi geometrici e dal medaglione con il profilo del giornalista. Il simbolismo della luce ritorna nella piccola nicchia che conclude la stele e che custodisce una lanterna. Il mosaico dorato sul fondo richiama la luce ultraterrena, come negli sfondi delle icone orientali e dei dipinti cristiani medioevali. A coronamento del monumento, si libra verso l’alto una grande fiamma in pietra, in cui confluisce la fiamma sottile e stilizzata che si alza dalla lanterna.

L’intradosso dell’arcone reca le parole pronunciate da Mussolini per l’amico: “Invincibile passione di ogni singolo e collettivo ardimento, avversione profonda alla statica mediocrità del volgo, spinsero Tullo Morgagni a esaltare colla parola e coll’esempio tutte le nobili manifestazioni dell’energia umana. Ebbe la sorte comune e gloriosa degli iniziatori: dischiudere il varco per coloro che verranno, consacrare col sacrificio avventuroso la certezza consolatrice del domani. Lo ghermì la morte nel cielo di Verona. Addì II agosto MCMXIX (2 agosto 1919) nato a Forlì XXV settembre MDCCCLXXXI (25 settembre 1881). Benito Mussolini dettò” [punteggiatura a cura dell’autrice].

(Dear friends speaking english, this is an home-made blog. I have no money to pay a professional translator, so I write english post by myself and – as you can see – I can’t write English language very well. So you can find a lot of mistake in the articoles: I beg your pardon. My English language level is: F(unny)! Will you pardon me?)

One of the most famous and imposing monument in Cimitero Monumentale of Milano is Morgagni’s one.

Located in the third arch of the BC Ponente terrace, it was designed by the Florentine architect Enzo Bifoli in 1921 and subsequently modified in 1930, adding the sculptural part and the quote from Benito Mussolini.

On a blue mosaic, six young girls in Carrara marble stand out, portrayed in the same identical plastic pose, naked but with a veil covering their heads, vestals of the rite of fire.

The complex has a strong ascending rhythm that leads the eye towards the central stele, decorated with geometric motifs and a medallion with the profile of the journalist.

At the top of the stele, a small niche holds a lantern: here, the golden mosaic on the background recalls the celestial light, as in the oriental icons and in the medieval Christian paintings. To crown the monument, a large stone flame hovers upwards.

The tomb holds Manlio Morgagni, a sports journalist, a great fan of aeronautics and cycling, one of the founders of the Giro d’Italia. He died on 1919, the 2th of August, when a large Caproni triplane crashed over Verona. That day there were 13 passengers on board: many were journalists following the speed record attempt on the Milan-Venice route. There were no survivors.

Manlio Morgagni was a Benito Mussolini friend, who wrote his epitaph: “An invincible passion for the bravery, a deep dislike to the static mediocrity of the common people inspired Tullo Morgagni to ealt all the noble manifestations of the human energy by word and by example. He had the glorious fate of the pioneers: opening the way for those who will come, consecrating the certainty of tomorrow with an adventurous sacrifice. Death gripped him in the sky over Verona. 1919, 2th of August. Born in Forlì 25 settembre 1881. Benito Mussolini dictated”

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