“Onde si creò il Museo Egizio” – Bernardino Drovetti (Cimitero Monumentale di Torino)

Di Paola Redemagni

Qui giace Bernardino Drovetti f[iglio] di Giorgio

Insignito di molti ordini ed ascritto a molte accademie d’Europa.

Nato in Barbania il VII del MDCCLXXVI.

Morto in Torino il IX marzo MDCCCLII.

Fu dottore in ambe leggi, reggente il Ministero di Guerra.

Uffiziale e console generale di Napoleone in Egitto

Promosse colà il progresso e vi raccolse preziosi monumenti

Onde si creò il Museo Egizio, precipuo ornamento di questa città.

Morì qual visse benefico, chiamando i poveri a suoi eredi.

C. Cagnone e C. Mosca Senatori del Regno,

amici ed esecutori testamentari di lui

posero questa memoria MDCCCLV.

Il busto di Bernardino Drovetti presso la Prima ampliazione del Cimitero Monumentale di Torino (arcata 274 A) è opera dello scultore Giovanni Albertoni, allievo del famoso scultore neoclassico Bertel Thorvaldsen. Il volto è quello di un uomo nel pieno della sua maturità, con lineamenti regolari, pizzo, baffi, basette e capelli lunghi, seconda la moda del tempo.

(Torino, Cimitero Monumentale. Giovanni Albertoni, Busto di B. Drovetti. Foto dell’autrice)

La scultura poggia su un’erma decorata con un motivo egizio di serpenti alati e coronati, che affiancano il globo solare.

La data di nascita sulla stele è errata, dal momento che Bernardino Drovetti nasce a Barbiana, un piccolo paese del Canavese a nord di Torino, il 4 gennaio 1776.

Oggi il suo nome è conosciuto soprattutto dagli ‘addetti ai lavori’, eppure è grazie a lui se Torino possiede il più antico museo di antichità egizie al mondo – e uno dei più importanti -, che quest’anno festeggia i 200 anni di vita. Anche le collezione al Louvre di Parigi e quelle dei musei di Berlino gli devono molto.

(Torino, Cimitero Monumentale. Giovanni Albertoni, tomba di B. Drovetti. Foto dell’autrice)

Laureatosi in legge presso la Regia Università di Torino, con l’arrivo di Napoleone abbandona la carriera notarile e si arruola nell’esercito francese, iniziando una rapida carriera militare, poi sostituita da quella diplomatica.

Sottocommissario alle relazioni commerciali fra Francia e Egitto prima, poi console generale sotto Napoleone e Luigi XVIII, Drovetti gioca un ruolo politico importante, affiancando Mehmet Alì Pasha – governatore d’Egitto dal 1805 –  nella sua opera di modernizzazione del paese.

In Egitto Drovetti vive per quasi 30 anni, affiancando l’attività diplomatica a viaggi, scavi ed esplorazioni: presso le piramidi di El-Giza e i grandi templi di Karnak e Luxor, le necropoli ad ovest del Nilo, nel Fajium e a Tanis, nel Basso Egitto e presso le oasi di Dakhla, Kharga, Siwa. Le sue pubblicazioni gli valgono il titolo di membro della Regia Accademia delle Scienze di Torino, di cui è socio corrispondente dal 1824.

In questi anni Drovetti raccoglie a sue spese una ricca collezione di antichità, che comprende sculture, papiri, bassorilievi, mummie, sarcofagi, amuleti, stele, oggetti di uso quotidiano (tutti visionabili nel catalogo online del Museo Egizio di Torino).

(Torino, Museo Egizio. Di Gianni Careddu – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=63223024)

Per evitare che la raccolta venga comprata dal direttore dei Musei Reali di Francia, inviato in Egitto per acquisire reperti, Carlo Felice re di Savoia e di Sardegna decide di acquistare la collezione. Le casse arrivano a Torino nell’autunno del 1823, dove vengono depositate presso l’Accademia delle Scienze. L’atto di acquisto viene firmato il 24 gennaio 1824: viene così aperto al pubblico il primo Museo di Antichità Egizie al mondo, insieme ai reperti precedentemente recuperati da Vitaliano Donati. 

Nell’ottobre 1827 Drovetti vende una seconda collezione al museo del Louvre, per 150.000 franchi: 8 statue in granito, 3 sarcofaghi, 80 oggetti in oro e 126 in legno, 2 mummie e 600 scarabei.

La terza collezione di antichità viene acquistata nel 1836 dai musei di Berlino, attraverso la mediazione dell’archeologo K.R. Lepsius, e pagata 30.000 franchi.

Nel 1829, per motivi di salute, Bernardino Drovetti chiede il congedo e rientra in Europa, dove vive gli ultimi anni viaggiando.

Muore a Torino nel 1852, a 76 anni.